Home arrow Stampa e Disabilità arrow L'elogio all'imperfezione
A mio Padre
A+ | A- | Reset
Home
Perché questo mio sito
Autobiografia
Anniversario
Perché sono nato
I sogni di Dio
Ciao papà...e grazie
Crocifisso
Chi canta prega 2 volte
Lettera angelo custode
Sister Providence
Pensaci tu Gesù
s. Tommaso e la fede
S. Francesco
Ai miei fratelli
Chi è il cristiano
Alla casa del Padre
Per Riflettere
La Bibbia - Salmo 138
Diretta con il Papa
Credo
Le mie battaglie
Amare l'Handicap
Andare oltre l'handicap
Tutto è grazia: L'HANDYCAP
Una Favola vera
Stampa e Disabilità
Karakiri all'EUTANASIA
Legislazione sociale
Dai tu buone Notizie!
Alice e Giulio
Suore del Roveto
La storia di Samuel
Testimoni coraggiosi
Notizie dalla missione
Immigrazione Accoglienza
La Divina Commedia
Inno alla Gioia
Cantare alla vita
Ridiamoci su,la vita è Bella
Miracoli
Foto Racconto
Love Animali
Salviamo la Terra
Partecipa al forum
Partecipa DREAM TEAM
Blog & Link
Questa si che è Bella!
Ricerca Avanzata
Calend. appuntamenti
Contattami
Ingresso utenti
Nome Utente

Password

Ricordami
Hai perso la password?
Non ci conosciamo? iscriviti gratis qui

PDF Stampa E-mail

L’ELOGIO DELL’IMPERFEZIONE

PER ESSERE FELICI NON BASTA LA NORMALITA’





Milano, 7 agosto 1994 – giornale avvenire



Gentile direttore,



Le invio questa lettera, senza avere la pretesa di vederla pubblicata sul suo giornale, però spero di aprire una riflessione appassionata e appassionante per lei, per me, per tutti. L’argomento su cui vorrei aprire questa riflessione è l’handicap in generale,come viene visto, trattato e i suoi pregiudizi. Sono FRANCO MIZZI, abito in un paese vicino a Milano, disabile dà quando avevo nove mesi, praticamente da sempre (non cammino se non appoggiandomi ai muri di casa mia o alle persone che mi vengono a trovare).Dopo la morte dei miei genitori, essendo figlio unico, ho deciso di vivere da solo fidandomi (ormai sono 15 anni)di Dio e accettando l’incredulità di tanta gente che giudicava, e giudica impossibile un’esperienza simile, che poi è stato smentita e continuò ad esserlo dai fatti. Vivendo questa mia stupenda vita, dono gratuito dell’Altissimo, ho maturato alcune idee motivo di questa riflessione. Innanzitutto l’ “ handicap” è un’invenzione creata artificiosamente, secondo me, per giustificare la creazione della la creazione della “normalità”, altra invenzione, e i suoi parametri, a cui la gente, che vuol far parte di quest’ultima categoria, si deve attenere. Mi spiego con alcuni esempi: molti affermano che la persona, per essere felice e normale, non deve avere nulla che sia riconducibile a un’imperfezione fisica o psichica e che, qualora ci fosse, sarebbe una iattura, una disgrazia, come nel disabile, persona infelice per la sua menomazione, il che non è affatto vero, perché senza nulla di fisico o psichico molti non sono felici perché divisi coniugalmente, o non sanno come tirare sera, disoccupati, carcerati, drogati, malati terminali di Aids, incompresi, incapaci di rapportarsi con gli altri, intolleranti, oppure non si accettano fisicamente facendosi fare la plastica, ho vogliono somigliare al loro idolo rifiutando di essere se stessi, eccetera. Allora voi capite che la parola stessa, per come è concepita, non ha senso, altrimenti come dovremmo chiamare coloro che hanno questi problemi appena sopra descritti? Per cui, il tutto per essere felici, non sta nell’essere perfetti o meno, ma nel accettarsi così come si è. Insomma non è l’avere, ma l’essere. Tutti sono utili e per questo non bisogna avere l’imprimatur della mentalità dominante. La mentalità divenuta dominante, spesso è stata motivo di immani tragedie, basta ricordarne alcune: la rivoluzione francese con riferimento al periodo del terrore, il nazismo, il fascismo e il comunismo, tanto per citarne alcune. L’apice della follia (consiglierei di leggere l’elogio della follia di Erasmo da Rotterdam) secondo me si raggiunge con la guerra: più ammazzi e più sei un eroe e canteranno le tue gesta per le generazioni a venire, additandoti ad esempio da imitare quasi un’apologia a fare altrettanto. Poi non importa, se dalla guerra sei uscito con le carni straziate, perché questi sono affari tuoi, in quanto una volta che ti hanno dato una medaglia al valore e qualche manciata di soldi mensili, loro sono a posto, dimenticando che una simile tragedia produce, oltre che eroi e morti, un sacco di mutilati, orfani e vedove… e non costruisce nulla, ma distrugger sempre. I responsabili di queste tragedie che hanno prodotto queste loro idee, hanno sempre fatto parte delle persone “normali” che stufe di essere felici hanno voluto provare l’ebbrezza dell’avventura… Per fortuna che una certa cinematografia ha definito i disabili “Figli di un DIO minore”, perché se fossero messi tra i ” figli del DIO maggiore”, di cui la maggioranza della gente si sente di far parte, ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli.

< Precedente