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Andare oltre l'handicap


In tutta la mia vita, ho cercato ed cerco sempre di andare oltre il mio handicap, tant’è vero che è dal 1980 che vivo da solo in una casa automatica perché ho sempre pensato che anche se si è disabili si può vivere una vita normale, senza andare in un qualsiasi istituto certo con l'aiuto in primo luogo di Dio, che è sempre Padre, con il mio angelo custode, con mamma Myriam, tanti amici che ogni giorno incontro che ringrazio e della tecnologia vale a dire computer, telefono, tasti che mi accendono e spengono le luci o aprono e chiudono le tapparelle eccetera.


Non mi sono mai fermato di fronte a una difficoltà anche se ho a disposizione solo un cervello anche se leso nelle parti motorie, una mano (sinistra) una gamba (sinistra) mentre tutto il resto è paralizzato.
Dopo la morte del mio papà mi è bastato essermi ricordato della parabola dei gigli del campo per fidarmi ed affidarmi a mio Padre che è Dio; compiuto questo passo ho incontrato una libertà immensa che altri non mi avrebbero potuto e non possono dare. Ed ho continuato a girare l'Europa: Spagna, Portogallo, Svizzera, Polonia, Austria, Inghilterra, eccetera.
Ho lavorato come avete letto per tre anni e nove mesi in una ditta di Paderno Dugnano in un sottoscala quasi da solo spesso senza far niente per 8 h. Dopo il fallimento della ditta ho fatto catechismo nella mia parrocchia per tanti anni, e infine sono diventato uno dei responsabili del volontariato in questo paese e nel distretto sanitario di cui faccio parte.
Spesso ho scritto sui giornali per le mie battaglie, e sempre per queste battaglie che poi solo nei miei sogni, ne ha parlato anche la televisione.
Per tanto tempo consideravo la mia situazione come qualcosa di ingiusto, senza senso, dopo approfondite meditazioni ho dovuto rivedere la mia posizione, perché non è vero che la mia vita è un castigo, che la vita ha dignità solo in un modo, la vita ha sempre dignità in qualunque modo si presenti. Certo, ho molte difficoltà, ma chi non le ha? l'importante è non sentirsi mai vinto.
Nel mio caso, l'handicap non ha ancora preso totalmente il sopravvento.
Molti mi dicono che pregano per me perché il Signore mi faccia guarire, come se la loro condizione fosse quella migliore però non riesco a capire perché non sono contenti della loro situazione di normalità, in quanto penso che se la felicità risiedesse nell'avere due gambe e due braccia buone Dio nostro padre me l'avrebbe fatto avere, ma ciò non è così, infatti molti si drogano, si fanno la plastica perché non si accettano così come sono.
Molti spesso sono alla ricerca di una felicità che non troveranno mai anche se hanno tutte le ricchezze di questo mondo. Ma io penso che l'unica felicità possibile sia quella di sentirsi amati da un Dio che per dirti ti AMO si è fatto carne ed è morto in croce per tutti noi.
Cosa possiamo pretendere ancora da un amore così grande?. Nulla, se non vivere come siamo andando sempre oltre allo ostacolo fino all'ultimo respiro perché il cammino non lo stiamo facendo da soli perché c'è sempre qualcuno pronto a tenderci una mano…